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Delta Air Lines' policies towards its passangers.

Professionally, definitely very poor the way of working and acting with the customers of Delta Air Lines and its employees. No commitment at all, to show attention towards its customers. Do you wanna know why?

A couple of customers, whose flight has been called off, and nobody alerted in advance, through any mail or any other communication, received a rather bitter refund. Only one accomodation is provided by Delta, but not recognised any other refunds, for instance an amount of money -of equal amount, obviously- to let passanger choose at least where to stay, -avoiding to let them feel like hostages- and NEITHER the price of the cab to get the hotel and to come back to the airport.

Moreover, the SO-CALLED MANAGER Diane H. at the McCarran Airport on 08/10/11, MANAGED POORLY the dynamics with Delta's CUSTOMERS, even refusing to communicate her own last name, after saying that we wanted to complaint.

In conclusion, what the policy of Delta's front office employees towards their customers are? As much as I noticed, the same of Delta's policy towards their passengers: definitely very poor. Kindness, attention and commitment are mandatory for a position of front office manager. In that moment, the way of acting of the manager, is perceived by the customer, as the company.

Thanks to your policies and this -less, human- resource, Bye bye Delta, you lost a CUSTOMER! Does this word make any sense to Delta? As much as I had the chance to experiment, I'd say no.

Certainly, one customer saying goodbye doesn't worth, but the internet exists to drive opinions, as well, and give sometimes bitter -unfortunately for Delta- feedbacks.
Sincerely,

- Posted using BlogPress from my iPad


Location:E Flamingo Rd,Las Vegas,Stati Uniti

Convertire il traffico pedonale in traffico online dalle stazioni della Metro.

Tesco PLC in South Korea
Tesco, la famosa catena di supermercati del Regno Unito, qualche mese fa si è posta un obiettivo ambizioso, quello di umettare le vendite dei prodotti a scaffale, senza aumentare i propri punti vendita, in un mercato dove è -anzi era- il secondo distributore del Paese, la Corea del Sud. Tesco, non è presente solo in Gran Bretagna, ma anche in molti Paesi del mondo sia direttamente, come distributore e con il proprio marchio, che indirettamente attraverso partecipazioni.

L'idea della catena inglese di supermercati -che in Corea del Sud ha il nome di Home Plus- mira, quindi, a diventare il primo distributore in un mercato, senza aumentare i propri punti vendita; dato questo incipit,  ad un primo acchito, si potrebbe pensare a ciò che sarebbe scontato: aumentare le proprie campagne adv -online ed offline- per spingere maggiormente i consumatori coreani, tecnologicamente molto evoluti, all'acquisto dei prodotti, attraverso l'eCommerce e quindi per mezzo del canale online senza intervenire sul numero dei punti vendita fisici. L'idea è meno banale di quella appena tratteggiata; un grado di innovazione ed originalità maggiore, sono le caratteristiche che contraddistinguono un'iniziativa che mira, attraverso una modalità pionieristica, a convertire il traffico pedonale in traffico online.


Prima, però, cerchiamo di definire meglio lo scenario di cui stiamo parlando: la Corea del Sud. Secondo Wikipedia, la Corea del Sud, è un mercato composto da 50 Milioni di consumatori; più del 40% di questi, risiedono nelle principali 6 aree ad alta densità di popolazione (Seoul, Busan, Incheon, Daegu, Daejeon e Gwangju) che vantano un'infrastruttura di trasporti pubblici tra le più efficienti e all'avanguardia del mondo. Una rete capillare di treni ad alta velocità, linee ferroviarie e metropolitane disposta in reticolato fitto e complesso che ogni giorno consente di spostare più di 20 milioni di persone. Inoltre, un Paese che annovera una densità dei dispositivi tecnologici fra i consumatori fra le più alte del mondo e una penetrazione di dispositivi mobili -smartphone di fatto-, pari al 71% della popolazione, posizione in un rank mondiale, seconda solo a quella del Giappone, stando ai dati di Informa. Ogni 100 abitanti, quindi, 71 di essi sono dotati di un smartphone con accesso ad internet.

Definito questo panorama ed i relativi parametri chiave, Tesco si è fatta due conti e ha avuto un'idea. Posizionare nelle banchine della metropolitana, dei cartelloni luminosi, che riproducono molto realisticamente gli scaffali dei supermercati coreani della catena Tesco e dei prodotti in essi collocati. Sotto il prodotto, il cartellino che indica il costo e il codice a barre QR che permette, passando sopra il proprio smartphone, di riempire un carrello della spesa virtuale, che verrà poi comodamente recapitata a domicilio.

Attraverso questa idea rivoluzionaria e con dei tratti precursori si è permesso all'utente, da un lato, di riempire in modo più efficiente quegli interstizi di tempo noiosi ed anche poco produttivi per l'economia domestica e, dall'altro, si è  consentito all'Azienda di potere aumentare il proprio business (+76% nuovi registrati sul proprio sito e +130% di vendite online) , in misura nettamente più efficiente sviluppando un'iniziativa originale e funzionale, con positivi e facilmente stimabili ritorni sull'immagine di Tesco.

Quando il Social vuole per forza pubblicare qualcosa

Come la maggior parte degli utenti, stando ai dati relativi al tempo medio speso quotidianamente su facebook, guardo più volte al giorno la mia bacheca. Oggi, verso il tardo pomeriggio, leggo un singolare post di Direct Line in cui si chiede "Donne al volante: con chi vorreste incidentarvi?". Guardo con incredulità ciò che sfiora il ridicolo e mi pongo qualche domanda.


Tre anni fa, sulla bacheca di facebook si trovavano solo gli amici e i presunti tali, quelli per cui era nato anche un gruppo dal nome "Ma perchè mi mandi la richiesta di amicizia, se quando passo per strada non mi saluti neanche?". Da un pò di tempo, ormai, il panorama è cambiato. Non si trovano più soltanto gli amici, ma anche le "aziende amiche"; sono quelle di cui si è diventati fan per provare quel gioco, per accedere a quella applicazione, perché si è cliccato sui banner delle fb ads oppure, semplicemente e più consapevolmente, perché le si è ricercate.


L'Aziende hanno capito da tempo, che questo luogo -facebook- seppure virtuale, possa apportare dei plusvalori reali al proprio business. Si disserta quindi sui benefici che si possono trarre da questo canale: nuovi clienti, mantenimento dei già clienti, maggiori esposizione ai messaggi pubblicitari sotto forma di post, più possibilità di cross ed up-selling, CRM, sentiment positivo verso l'azienda... e chi più ne ha, più ne metta!


A volte però ci si è buttati su facebook, perché bisognava farlo. Un must, un imperativo, un irrinunciabile to do. Si dice "Ce l'hanno tutti, facciamolo pure noi, no?". E qui, a volte, casca l'asino. Si arriva, dopo una social campaign, alla quota di 50.000 fans...ma poi? "Adesso ho 50.000 fans, ma cosa ci faccio?". Se l'Azienda distribuisce molti prodotti o ha molte offerte, si ha un bel vantaggio: si comunica spesso, in modo differente e compatibilmente con i propri prodotti puntando anche a target differenti, animando e popolando la bacheca della propria fan page.


Se l'Azienda, invece, ha poche novità da proporre -in termini di nuovi prodotti e nuove offerte- si deve ingegnare parecchio per stabilire una linea editoriale che permetta di pubblicare contenuti che scatenino l'attenzione e l'interazione dei propri fans; i contenuti, però, non devono essere di qualsiasi genere, devono avere un fil rouge con il brand, con la sua immagine e il suo core business.


Di recente introduzione è una nuova feature di fb "Domande" (che propone con caratteristiche più "social" le finalità della vecchia app "Poll-Sondaggi") con la quale può si interagire e tracciare anche una sorta di "profilo" dei propri fans; anche in questo caso, però il filo conduttore con il brand ed i suoi prodotti è necessario e -sembra proprio- che ci debba essere a tutti i costi, in qualsiasi caso, anche laddove la sua presenza sembra improprio e fuori luogo.


L'esempio che risponde a pieno a queste caratteristiche, è un post sulla fan page di Direct Line dove si chiede "Donne al volante: con chi vorreste incidentarvi?", un contenuto che mostra perfettamente un caso in cui l'Azienda vuole per forza interagire con i propri fans -in modo forzatamente accattivante- collegando a tutti i costi il proprio Prodotto -anche goffamente e fino a toccare il ridicolo- in un contesto che non le appartiene.

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