-->

10 motivi per cui il divieto della pubblicità sul gioco non risolve problemi

Perché togliere la pubblicità al Gioco non avrà alcun impatto sui problemi di ludopatia?



Premessa: buona parte della pubblicità sul gioco viene acquistata da aziende di gioco online (BET365, William Hill, Unibet, BWIN, Betfair etc..). Il gioco online è pari solo al 7% del gioco in Italia. Ben il 93% è invece generato dal gioco offline, giocato quindi nei tabaccai, bar e sale VLT. 

Di seguito, verranno annoverati 10 punti. Il candidato analizzi i punti suddetti, elabori ed esponga quali vantaggi può portare il blocco della pubblicità degli operatori legali:


  1. solo quando si gioca online, lo Stato attraverso AAMS, traccia e registra tutto, ogni singolo Euro giocato e vinto, identificando in modo univoco il singolo cittadino con il codice fiscale, monitorando e limitando possibili azioni di riciclaggio e comportamenti ludopatici. Avviene su tutti i siti con concessione AAMS, mentre offline, al "baretto" sotto casa, invece, non c'è alcun riconoscimento personale;
  2. solo quando si gioca online è obbligatorio per legge impostare un importo massimo da giocare alla settimana/al mese. Se lo si vuole modificare, bisogna attendere 7gg., al fine di evitare componenti compulsivi. Dal tabaccaio, invece è possibile spendere qualsiasi importo, senza alcun limite;
  3. solo online è possibile l'auto esclusione tra vari operatori per evitare comportamenti ludopatici. Es.: mi escludo dal sito X perché avverto di avere giocato troppo e quindi non posso più giocare neppure sul sito Y. I vari siti online dialogano tra loro, mentre la configurazione attuale dell'infrastruttura offline non consente il dialogo con la parte online (se mi escludo dai siti di gioco online, ma posso poi andare dal tabaccaio sotto casa e giocare, a cosa serve il blocco della pubblicità);
  4. è un caso di diritto unico in Europa, poiché non vi sono Paesi europei in cui il gioco è regolarmentato ma ne viene bandita la pubblicità. Si pagano le licenze per generare un profitto e la pubblicità è una leva per generare profitto;
  5. il gioco online così come gestito finora dall'Italia viene preso dall'Europa come esempio di eccellenza attraverso un'infrastruttura informatica unica al mondo. Non è obbligatorio che in un Paese ci debba essere necessariamente il gioco. Se c'è, è perché il Gioco genera entrate per lo Stato. Maggiori sono le informazioni di gioco tracciate e meglio è. Il gioco online è IL mezzo per meglio controllare possibili azioni criminali e potenziali  ludopatie, come raccomanda l'Europa;
  6. il gioco è un ottimo mezzo per ripulire denaro sporco e interesse di organizzione criminali. Meno tracciato è, e più difficile è per i magistrati ottenere prove. Una parte dele c.d. "macchinette nei bar" è in parte in mano al Gruppo Corallo, dell'omonimo imprenditore catanese. La Dea (Drug Enforcement Agency) degli Stati Uniti lo descrive anche in «elevata posizione» nel clan mafioso Santapaola, ed è stato per anni nella lista dei supericercati dell'Interpol;
  7. il controllo capillare del territorio (a tappetto "baretto" per "baretto") per verificare che le macchine siano a norma da parte delle Autorità, richiede fondi e tempi meno efficienti rispetto a un controllo in tempo reale di un sito web da parte della Polizia Postale o GdF;
  8. il divieto di pubblicità porterà a maggiore crescita dell'illegalità. 80 sono i siti con concessione AAMS. È verosimile pensare che senza pubblicità per attrarre nuovi clienti, alcune aziende con poca etica optino per ritornare ad essere un sito .com, illegale sì e quindi con zero controlli, zero protocolli e zero tasse;
  9. il divieto di pubblicità porterà zero investimenti per le Aziende i mezzi come TV, stampa, radio, siti internet come anche associazioni sportive quali SERIE A, SERIE B e diverse squadre di calcio, che significa inevitabilmente a cascata un minore gettito fiscale e dunque minori entrate per lo Stato, lasciando inalterato il problema della ludopatia;
  10. associare il fumo al gioco è fuorviante, poiché il fumo crea oggettivamente problemi di salute, mentre il gioco può causare ludopatia in alcuni soggetti. Un uomo che scommette 10€ alla settimana sulla sua squadra, non distrugge una famiglia. Un adolescente che gioca alla PlayStation per 3hh. a settimana non ha problemi; per converso, un adolescente che gioca 12hh. al gg. manifesta un problema e necessita supporto, ma non è vietando la pubblicità a Sony che si elimina tale problema nell'adolescente;

In definitiva, il divieto di pubblicità avrà un impatto pressoché nullo sulla ludopatia ed è palese che in compenso porterà maggiore diffusione del sommerso, minore entrate per le Aziende e per lo Stato e minore tutela per il consumatore finale, sfavorendo il gioco online e lasciando inalterato il gioco offline. Favorire il gioco online e meglio tracciare quello offline sarebbe auspicabile per un Governo che si mostri davvero attento alle esigenze e ai problemi dei cittadini, evitando proclami miopistici e grida spagnolesche che fanno sì molto rumore -per nulla- ma che non risolvono alcun problema in materia. 


Sul tema del "gioco" e del "gioco online" c'è molta disinformazione non solo da parte del grande pubblico che è stato poco informato sul tema, ma anche e soprattutto da parte dei nostri governanti, decision maker finali -e ahimé poco competenti,- di importanti scelte di politiche nazionali.

Nota: quanto sopraccitato è una mera opinione personale.

Il DDL Mirabelli o anche "DDL Salva Faccia"

Ariecchice! 

Con il ddl Mirabelli si potrebbe configurare il divieto assoluto di pubblicità e vedere il settore del gioco online del tutto castrato dell'unico mezzo che consente la ricezione di utenti in un'area sicura e più tutelante. 

Perché il gioco online è più sicuro e offre maggiori tutele?
Poiché tutti i movimenti di denaro eseguiti da un conto online sono tracciati via web ed associati a un codice fiscale univoco e reale. Scarse le possibilità di furberie, di riciclaggio di denaro comparate alla rete fisica, dove - ricordiamo - non è richiesto alcun codice fiscale o l'esibizione di un documento d'identità per giocare una schedina o a una slot.

Questo un estratto della proposta di legge avanzata alla Camera.
PROPOSTA DI LEGGE
Art. 1.
(Divieto di pubblicità per i giochi con vincite in denaro)
1. E’ vietata qualsiasi forma, diretta o indiretta, di propaganda pubblicitaria, di ogni comunicazione commerciale, di sponsorizzazione o di promozione di marchi o prodotti di giochi con vincite in denaro, offerti in reti di raccolta, sia fisiche sia online.
2. La violazione del divieto di cui al comma 1 è punita con la sanzione amministrativa da euro 50.000 ad euro 500.000.

Ma veniamo al punto però! Già, chi compra la pubblicità, nel settore dei giochi? 
Il 40% della pubblicità del gioco è relativa al gioco online, circa il 30% dalle lotterie (SuperEnalotto, 10 Lotto, GrattaeVinci e compagnia cantante) e circa il 20% il betting che è sia online sia offline. Come è facilmente intuibile, il divieto assoluto della pubblicità porterebbe a colpire in pratica solo e soltanto il gioco online, niente altro (effettivamente per le slot nei bar non ci sono campagne pubblicitarie con i banner o spot in tv :-). 
Inoltre, al momento, il gioco online è l'unico assett del settore giochi che ha un tracciamento del comportamento di gioco e di spesa associate al codice fiscale, volto sia alla limitazione e all'individuazione di dinamiche truffaldine ma anche e soprattutto ai comportamenti configurabili come ludopatici.Sì, di fatto il gioco online è l'unico mezzo che assicura, per il momento, una sicura identificazione dei comportamenti di gioco, di spesa e di salute.

Cosa si prefigge questa proposta di legge? 
Non si comprende bene. Di salvare le apparenza generando più problemi.

Perché il DDL Mirabelli dovrebbe generare più problemi?
Perché il gioco online oltre ad essere tracciato, non genera dipendenza (questo emerge dalle survey statistiche come anche e soprattutto dai dati censuari) e interessa solo il 2% degli utenti internet (circa 550k su 30M di italiani online, fonte: AudiWeb e Osservatori Gioco Online Politecnico di Milano). In un Paese dove il tasso di penetrazione di internet è di circa il 50% (30M di italiani online su 60M) con la pubblicità vietata, una parte di utenza disconoscerà l'offerta online. L'offerta competitiva del canale online è, secondo la Commissione Europea l’unica efficace misura di contrasto dell’offerta illegale. 

Ma cosa succederebbe se entrasse in vigore il DDL Mirabelli?
Per il cittadino? Niente! Sì perché il ddl vieterà solo la pubblicità e non le slot nei baretti, non le VLT  - sai com è, fanno comodo quelle, fanno cassa -. 
Per la collettività? Manderebbe a spasso qualche altro migliaio di dipendenti di Aziende del settore, poiché il divieto di pubblicità di fatto farà drasticamente ridurre il numero di concessionari AAMS.

 
Questo sito, non essendo aggiornato con periodicità, ai sensi delle leggi vigenti, non è da considerarsi testata giornalistica. Le informazioni riportate sono da ritenersi valide nel momento della loro raccolta.